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venerdì 10 luglio 2015

mercoledì 14 gennaio 2015

Baratto 2015


Rieccoci qua, dopo 5 anni ritornare a parlare di baratto. Dopo cinque anni di condivisioni, conoscenze e nuove amicizie, il nostro entusiasmo per questa forma di scambio non si ferma e riparte con delle piccole modifiche che sono sicuro apprezzerete.
 Prima di tutto, ogni primo del mese pubblicheremo le competenze che cerchiamo per il mese successivo, in modo che abbiamo il tempo per accordarci, ma non troppo, perchè certe decisioni devono essere prese senza pensarci troppo e con un pizzico di follia. A differenza dell'anno scorso, quest'anno daremo una delle tre stanze che diamo a pagamento, che vuol dire stanza con bagno privato e dimensioni più grandi rispetto alla stanza baratto. Dall'esperienza degl'anni passati, la stanza baratto si è dimostrata un po' piccolina, quindi siamo convinti che i " barattanti" apprezzeranno questa piccola ma importante novità.
La nostra voglia di condividere è sempre il motivo principale per il baratto,  ma differenza degl'anni scorsi accettiamo solo queste competenze e chiediamo sempre di inviarci foto, video, link, ecc dei vostri lavori in modo da conoscerci un po' prima.
Le regole base sono sempre le stesse: 4 ore del vostro tempo per una stanza con bagno privato e uso della cucina, i lavori devono essere conclusi durante il soggiorno se questo non sarà possibile dovrà essere finito a casa propria. Chiediamo massima cooperazione, condivisione e onestà.
Per ulteriori informazioni vi consigliamo di leggere il nostro primo link scritto nel 2010: blubosa.blogspot.it/2010/09/guida-per-barattare-con-noi.html
Per il mese di Febbraio e Marzo cerchiamo:  ragazzi/e disposti ad aiutarci a fare piccoli lavori di manutenzione della casa (pittura, piccole riparazioni, pulizie, etc), chiunque sia disposto a insegnarci la propria arte con pazienza e amore (piccoli artigiani, costruttori impazziti, creativi del reciclo, etc....), madrilingue inglese, tedesco, francese e spagnolo, russo per la traduzione del nuovo sito, fotografi professionisti, film maker, grafici per continuare a fare nuove brochure per i nostri ospiti, blogger indipendenti ma professionisti, esperti del web che ci aiutano a fare un restyling del Blog.

Non vediamo l'ora di conoscervi quindi scriveteci....non abbiate paura :-)

blu.bosa@gmail.com

venerdì 30 maggio 2014

The beaches of Bosa   


Sas Covas: take via Alghero, toward Bosa Marina-Alghero direction, go straight at the traffic circle and follow the directions to “Sas Covas”.  You will go up along a dirt road where you can admire from above the small seaport and the beach of Bosa Marina. Continue until you  find a path that leads to a big house. Park the car nearby and take the path going down until landing on the moon. Smooth and undulating rock evoking a lunar scenery. Keep walking on  the moon, be careful here gravity exists and how, and find “Cane Malu”, a natural swimming pool formed of volcanic rocks. Very good for snorkeling or spending a quiet day. Don’t forget to bring food and water, there are no facilities. 




Cane Malu

Bosa Marina beach: equipped with bars and restaurants, it is surely one of the most popular beaches of this area. Thanks to its size, you won’t feel invaded by other bathers. 
Turas beach: from Bosa Marina continue to the street running along the see towards Oristano until find a  beach of sand and pebbles. This beach has long been frequented by surfers for its big waves  and untamed environment. More recently locals have shown a preference for this beach over the more crowded Bosa Marina. Along the seashore find beautiful colored natural stones. Close to the beach, there is a nice bar with large windows facing the sea and a pleasant garden to enjoy a cool Ichnusa (local beer). 
Porto Alabe: from Turas beach  the street continues up until crossing the villages of Magomadas and Tresnuraghes. Street signs will  help you to find it. This is a large sandy beach that’s never crowded.


Porto Alabe
Bosa Marina
Changing direction, and going north toward Alghero, you fill find perhaps the most captivating beaches. 

S’Abba Druche: transport by car to the beach costs 5 euro, but it is really well worth. There is a lovely bar situated at the top of a rock  from which to enjoy an  extraordinary view. There are two main beaches divided by a rock. Main access to the beach comes at a nominal fee but you can also access it for free from the main road down a path about 100 meters away.


Compultittu: about one km and half from S’abba druche, you will find a signal for parking (P) indicating “Compultittu” . Just beyond there is a path that takes you down to an idyllic sandy cove. The water here is extraordinary, changing color according to the time of day and the reflection of sky and vegetation. It is defenetly one of the best beaches  of the area, but also one of the most crowded in July and August due to its small size. I suggest to go in the early morning or during the late afternoon to enjoy a romantic  sunset. 

Tentizzos - Torre Argentina: years ago this was a wild camping refuge for hippies from all over Europe country. Nowadays  it’s a bit of a shabby camp ground camping with few visitors due to the lack of trees and tourist services. Nevertheless, it is a delightful place where nature, the sea and their fragrances mix together to create a magical atmosphere. Here too, car transport comes at a cost, but again, it’s absolutely well worth.  There are many places where you can spend the day entirely alone on your own  “private” beach.  With a little bit of imagination, the rocks become huge animals  or indefinite parts of the body. Beautiful water  and interesting  seabed for fishing or snorkeling. Up  a rocky promontory you will find an old Aragonese  tower called “Torre Argentina”. A climb to the top will reward you with a breathless view. Under the tower, there is a natural lagoon with a microcosm of shrimps, crabs, fish and shellfish living in a completely different habitat. Behind the lagoon, the rock wall curves into concave amphitheater. Try to sing or screen and  you will experience that the  acoustic is excellent.


lunedì 5 maggio 2014

La storia d'amore fra un cane maltrattato, un ragazzo e una ragazza tedeschi e la nostra meravigliosa Bosa

Succede talvolta che un insieme di coincidenze più o meno banali si susseguono in uno stretto arco di tempo e queste strane combinazione  favoriscono incontri che poi ispireranno grandi cambiamenti
Sembra la prefazione di una storia d'amore e in effetti lo è, anzi più esattamente sono una serie di storie d'amore intrecciate fra loro che ne fanno una. Questa è una storia d'amore fra due ragazzi, un cane abbandonato, un paese della Sardegna che preferisce farsi chiamare città e per ultimo io, che sono stato solo testimone di questa incredibile avventura e proverò a raccontarvela.

Il 2013 sarà ricordato come uno degli anni più piovosi della storia e in quei  giorni a Bosa pioveva ininterrottamente da una settimana.  Il mio umore non era dei migliori,  non solo a causa del  meteo ma anche perchè mi ero ritrovato solo e le cose non sembravano girare nel verso giusto.
Di tanto in tanto uscivo e mi capitava di incontrare una meravigliosa cucciola che mi seguiva invitandomi a giocare con qualunque cosa le capitasse nel breve tragitto. Era  l'unica in quel periodo che mi faceva sorridere e inevitabilmente nacque un rapporto d'affetto e complicità nonostante avesse già un padrone.
 Il cane apparteneva a un vicino che l'aveva presa come giocattolo per il figlio piccolo che ben presto se ne stancò e l'abbandonò facendogli fare una vita praticamente randagia.

Una mattina la vidi zoppicare vistosamente, venni a sapere  che il padrone l'aveva colpita perché era entrata in casa e aveva rubato del cibo, un'altra volta la vidi completamente fracida mentre cercava un posto per ripararsi dalla pioggia. Decisi perciò di occuparmene io,  ma doveva essere una cosa momentanea perché  viaggiavo spesso e non potevo portarla con me. Andai  dal padrone per assicurarmi che non ci fossero problemi se me ne fossi occupato io,  ma inspiegabilmente rifiutò.
Cercai di non perdermi d'animo ma visto la situazione dovevo  cambiare atteggiamento, tentai perciò di distaccarmene lentamente. Ma fu inutile, nonostante i miei sforzi , ogni mattina immancabilmente la trovavo scodinzolante sul ciglio della porta  cercando di attirare la mia attenzione. Cosa avreste fatto  al mio posto? La tenni a casa mia cercando di non farmi scoprire dal vicino , la curai, cercai di educarla, ma era una signorina con una certa personalità e non era  molto propensa a farsi comandare. Stranamente verso sera,  diventava dolcissima e affettuosa e passavamo ore bellissime a giocare e a farci compagnia.

La maggior parte delle religioni afferma che gli animali non hanno un'anima,  ma ho vissuto vari episodi che dimostrano che questa teoria è discutibile. Quel giorno infatti, avevo la febbre molto alta e lei rimase quasi tutto il giorno vicino a me senza uscire, mi leccava in continuazione, non si staccava da me neanche quando andavo in bagno, avevo la sensazione che avesse capito che stavo male.  Quella sera guardammo un film del regista Taiwanese Ang Lee dove una delle protagoniste più affascinanti  del film si chiamava Jchen  e la chiamai così dato che tutti dicevano che era brutta ma per me era bellissima, proprio come in quel film.

Jchen cominciava a essere territoriale e abbaiava furiosamente a qualunque estraneo si addentrasse nella via, non ha mai morso nessuno ma per chi non la conosceva, incuteva un certo timore. Un paio di volte prese anche della biancheria dei vicini per giocarci, un'altra volta le scarpe. Questi episodi procurarono una certa antipatia nei suoi riguardi e qualunque cosa succedesse era sempre colpa sua.  Spiegai che era ancora cucciola e di portare pazienza ma fu tutto inutile minacciavano di farla rinchiudere nel canile o addirittura avvelenarla. Cercai  di farla uscire il meno possibile sperando che la rabbia dei vicini si affievolisse, ma la cucciola era vivacissima ed era impossibile tenerla a casa. 
Temevo per la sua incolumità. Cominciai così a cercarle un padrone, chiedendo a conoscenti e amici, tutti promettevano ma in pratica nessuno riuscì a aiutarmi.
Tentai con annunci  sui social media, presi tanti "MI PIACI", condivisioni, commenti appassionati ma neanche l'ombra di chi volesse adottarla. Ero veramente preoccupato perchè non poteva più rimanere da me a lungo. 

Così  arrivarono loro, i nostri eroi: Bettina e Peter, due ragazzi tedeschi venuti dalla lontana Amburgo per passare qualche giorno nella nostra Bosa.
Inizialmente ci fu un rapporto di distaccata cordialità,  ma Jchen non badò molto alle formalità e prese subito molta confidenza con Bettina. Di solito abbaiava agli estranei, era diffidente (sarda è), ma non lo fu mai con Lei. Bettina è una ragazza con degl'occhi e un sorriso dolcissimi, Petr  un carattere saggio e gentile, assomigliava tanto a mio grande amico che non vedo ormai da anni. Così mi feci coraggio e chiesi di adottarla dato che io non potevo prendermene cura e rischiava di passare la sua vita in un triste canile. Inizialmente credo che l'idea fu considerata bizzarra e mi diedero le classiche giustificazioni: non abbiamo tempo, abitiamo in appartamento, ma la scusa indiscutibile era che abitavano in Germania e anche se avessero voluto era troppo complicato portarla con loro. Già, perchè mai una coppia tedesca che vive a 1700km di distanza da Bosa dovrebbe adottare un cane bosano. Semplice, perchè quel cane ti cambierà in meglio la vita e quando pronunciai questa frase come d'incanto si accese timida speranza. Il giorno dopo ci salutammo e rimanemmo che mi avrebbero saputo sapere, ma era la tipica frase di chi ti vuole dire di no in modo gentile.
Nel frattempo, Jchen cresceva e oltre alle tantissime gioie mi dava anche molti dolori. L'avevo abituata a dormire in una stanza vicino la mia e quella sera si gratto in continuazione a causa di una brutta ferita che si era procurata giocando con un gatto. Sfortuna volle che proprio sotto quella stanza soggiornavano degli ospiti un po' insofferenti  che la mattina seguente mi fecero presente un rumore incessante per tutta la notte. Mi scusai cercando di spiegare la situazione ma le loro facce non promettevano nulla di buono. Infatti, dopo solo un paio di giorni, trovai  la loro recensione in uno dei siti più famosi che si lamentavano della notte insonne a causa del cane. Fu la prima recensione negativa e il  bed and breakfast  dalla prima posizione scese drasticamente. Ero veramente abbattuto, perchè mi ero affezionato ma mi rendevo conto che non potevo abbandonarla ma allo stesso tempo non potevo permettermi che simili episodi del genere si ripetessero.
Così mentre bevevo il mio caffè mattutino, trovai un'e-mail di Bettina la quale mi scriveva che da quando era tornata in Germania aveva pensato molto a quel cane e avevano deciso di adottarla e se non fosse un problema per me sarebbero tornati a Bosa entro una quindicina di giorni. 
NON CI POTEVO CREDERE!!!
Lessi l'e-mail tre volte e alla quarta esplosi in urlo liberatorio e abbracciai Jchen che abbaiò divertita  come se avesse capito che stava succedendo qualcosa di importante. Scrissi subito a Bettina, ringraziandola e di non preoccuparsi che avrei pensato io a tutto. Immaginate, erano disposti a prendersi delle ferie, spendono soldi per l'aereo, spostamenti vari, ecc  per prendere un cane randagio in Sardegna, come se in Germania non c'è ne fossero.
Iniziò la corsa contro il tempo, contro la burocrazia, contro il vecchio proprietario, contro tutto e tutti ma ormai ero vicino al traguardo e dovevo correre più veloce possibile . Non immaginavo però che nonostante tutti gli ostacoli che avevo già superato l'ultimo era  quello più duro: la burocrazia.
Per espatriare dall'Italia un cane devi avere un passaporto oltre altri certificati che dimostrano le buone condizioni di salute. Sembrava che lo stato Italiano improvvisamente si fosse interessato a questo cane mentre prima l'unica soluzione che proponeva era una squallida gabbia in un triste canile. Passai ore, giorni a girare per uffici, Usl, veterinario ma i documenti sembravano non finire mai. Mancavano pochi giorni al loro arrivo e se non fossi riuscito a farmi consegnare la documentazione in tempo, probabilmente non sarebbero mai più tornati. La cosa più difficile e contraddittoria era il passaporto. Oltre a inserire i dati del padrone la legge prevede anche il codice fiscale. Codice fiscale per il passaporto di un cane? In Germania però non esiste il codice fiscale e automaticamente non si poteva stampare il passaporto. Non vi dico come abbiamo aggirato il problema, ma vi assicuro che c'è l'abbiamo fatta.

 Nel frattempo risposi a quella brutta recensione scusandomi dell'accaduto invitandoli a trascorrere un'altro giorno da noi spiegando che non potevo lasciare un cane ferito nella strada e se fosse tornati non avrebbe avuto più gli stessi problemi dato che il cane era stato adottato da una coppia di tedeschi. Dopo poche ore dalla pubblicazione della mia risposta scoppiò il finimondo. Ricevetti in continuazioni telefonate di persone che si complimentavano  chiedendo di soggiornare da noi solo per solidarietà, una signora addirittura voleva fare una donazione spontanea, molti mi invitarono a trascorrere un soggiorno da loro, ma quella che toccò di più fu una telefonata di Gaia una bambina di 6 anni. Non mi aspettavo tanta solidarietà e più questa storia andava avanti e più mi rendevo conto come da un fatto negativomi stava regalando un'esperienza unica.
Il giorno dell'arrivo dei tedeschi stava arrivando e il passaporto non era ancora pronto e feci i salti mortali, ma chi la dura la vince e alla fine c'è la feci e i tedeschi arrivarono.
Li aspettavamo di fronte la casa e quando si avvicinarono Jchen corse loro incontro, credetemi non lo faceva con tutti anzi molto spesso abbaiava o scappava. 

Passammo tre giorni insieme, rafforzarmo l'amicizia, gli diedi dei consigli e poi venne il giorno della partenza. Jchen non voleva partire, faceva fatica a mettere il guinzaglio, puntava i piedi non voleva entrare in macchina. A me il compito ingrato di tirarla e metterla in gabbia con la forza, mi costo molto ma era per il suo bene.  Quando la macchina partì mi vennero in mente tutti gli episodi di questa storia e con un po' di malinconia pensavo che fosse finita e che quella piccola peste mi sarebbe mancata tantissimo. Ma la storia non finisce così, Bettina e Petr di tanto in tanto mi scrivevano delle e-mail per dirmi come stava andando la loto vita con il cane. 

All'inizio è stato difficile  addomesticarla ma la determinazione germanica e soprattutto il loro  amore, hanno fatto si che Jchen diventasse ubbidiente. La chiamarono BLU in ricordo del nostro Bed and Breakfast e di questa avvincente avventura. 
Poco prima di natale, ricevetti un'email da Bettina :" Caro Sebastiano, ti auguriamo un Buon Natale.......con molta gioia ti informiamo  che abbiamo deciso di sposarci e abbiamo scelto Bosa per festeggiare quest'evento..." . Mi commossi un po', uscii di casa, ricordo che nevicava forte fu una serata memorabile, avevo la sensazione di essere stato parte di qualcosa di importante che raramente la quotidianità ti permette di fare.
Così Petr, Bettina il 3 ottobre  si sposeranno a Bosa nel Castello dei Malaspina e naturalmente BLU li accompagnerà e sono sicuro che Bosa gli darà quel caldo abbraccio che meritano.
La storia finisce qua, non voglio rovinare tutto con qualche frase già fatta o con la solita solfa moralista, ognuno tragga le sue conclusioni, sono convinto che questa storia  possa dare molti spunti di riflessione sotto vari punti di vista.


Ringrazio i fratelli Toro che abitano in via Muruidda vicino a me, persone veramente speciali che hanno aiutato e amato questo cane quanto me e che alla sera non dimenticano mai di mettere fuori il piattino con l'acqua e un po di cibo per i cani e gatti randagi, il Sig. Madeddu che mi ha dato una grossa mano per ottenere i documenti e ogni volta che lo ringraziavo rispondeva:"Dovere!" Il veterinario Biccai, che con molta professionalità e umanità mi ha sostenuto e per finire tutti quelli che mi hanno deriso e ostacolato perchè hanno rafforzato la mia determinazione. 

lunedì 3 giugno 2013

LA MARMELLATA DI ROSA

Correva l'anno 2010, esattamente l’8 maggio,  l’estate era alle porte,  la ristrutturazione della casa era in procinto di essere terminata ma c’erano ancora tantissime cose da fare e l’aria era abbastanza tesa.  Quel maggio era veramente maggio, non come quello appena trascorso, le giornate erano lunghe e soleggiate così decidemmo di prenderci  pausa  e ci dirigemmo in bicicletta  verso il fiume per raggiungere la meravigliosa chiesa di S. Pietro. Il tragitto fu un susseguirsi di fiori colorati, profumi primaverili e di tanto in tanto  si scorgevano dei casolari abbandonati  ricoperti  da una vegetazione  lussureggiante che voleva riappropriarsi del territorio precedentemente perso.  Immerso in questa contesto idilliaco e finalmente libero dai pensieri che mi stavano affliggendo, fui riportato alla realtà dall’urlo entusiasta di Elena: “Fermati!” Vidi delle signore di mezz’età che  stavano raccogliendo delle rose selvatiche che crescevano nel ciglio della strada. Le rose erano bellissime, colme di petali  di colore rosa con dei riflessi rossi e l’ idea che fossero selvatiche e che non dovessimo chiedere il permesso a nessuno per raccoglierle, le rendevano ancor più belle e affascinanti.